Parchi e oasi WWF in Salento

Chi arriva in questa bellissima terra che è il Salento, molto probabilmente, è attratto soprattutto dall’idea di una vacanza all’insegna del mare e del sole, nonché del divertimento. La zona, infatti, negli ultimi anni è letteralmente presa d’assalto da chi ne apprezza il mare cristallino e pluripremiato da Legambiente e da chi vuole vivere un’estate, o comunque qualche giorno di ferie, in pieno movimento tra feste, sagre e tutto quello che viene offerto.

Ma il Salento è molto di più e lo sanno molto bene gli amanti dei parchi e delle oasi WWF, che vengono qui per fare degli itinerari naturalistici che nulla hanno da invidiare a quelli che si possono fare in altre zone d’Italia. Veniamo subito al dunque e elenchiamo cosa offre il Salento in termini di parchi e oasi WWF. Iniziamo con il dire che il Salento è ricco di natura e di zone protette. Qui si trova sia esemplari di animali che piante che devono essere necessariamente protetti. Ad esempio, qui si trovano il geco di Kotschy e la tartaruga marina comune, anche nota come caretta caretta, ma anche il gabbiano Corso e il colubro leopardino. Insomma, specie che vanno protette, così come vanno protette le querce vallonee, i lecci, la macchia mediterranea e gli ulivi secolari.

Volendo iniziare a parlare dei parchi, segnaliamo il parco naturale regionale “Bosco e Paludi di Rauccio” che è stato istituito nel 2002 e che si trova sul territorio di Lecce. Si tratta di un parco di ben 1596 ettari, che conserva al suo interno molte specie da proteggere, tra cui i lecci. Qui, tuttavia, sono inglobate anche aree paludose e canali di bonifica, nonché una parte del litorale sabbioso. Il perché sia così importante questo parco, lo si capisce semplicemente dicendo che è riuscito a sopravvivere al disboscamento totale, che negli anni ’30 ha fatto strage di boschi per aumentare le riserve di legna. Questa zona, che miracolosamente è stata risparmiata, ospita, quindi delle specie molto rare in zona, tra cui il cisto rosso, il lino selvatico, le orchidee. Ma ci sono anche animali, tipici dei boschi che nel resto del Salento sono meno presenti: abbiamo i tassi e i ricci, le volpi, i pettirossi, i cardellini, i fringuelli e, ancora, raganelle e rospi negli stagni. Si tratta di un ecosistema perfetto che ha tutto il diritto di essere preservato. Scendendo più giù, invece, si trova il Parco Costa Otranto Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase. Già dal nome si intuisce che questo parco, di istituzione più recente (2006), ingloba in sé una grande fetta di Salento. In poche parole, facendo due rapidi conti, si può dire che ci sono ben 60 km di costa all’interno del parco che, quindi, è di sicuro il più grande della zona. Tradotto in ettari, parliamo di tutta la zona tra Otranto e Santa Maria di Leuca: 3000 ettari circa. Qui si alternano tanti diversi panorami: c’è tanto mare, spiagge, ma anche una costa alta e rocciosa, ma ci sono anche torri costiere che ci riportano indietro nel tempo e ci sono masserie, grotte (grotta della Zinzulusa, ad esempio) e tanto bosco, con tutte le sue specie protette. Nel Bosco di Tricase, infatti, alberga la quercia Vallonea che è sparita nel resto d’Italia.

Altro parco degno di nota che si trova in questa bellissima zona, ricca di biodiversità è il Parco Naturale regionale Litorale di Ugento. Istituito nel 2007, questo parco ha delle dimensioni molto più ridotte (stiamo parlando di 808 ettari) e si estende da Torre San Giovanni a Lido Marini, che fanno parte della cosiddetta riviera ugentina. Si tratta di un parco ideale per il birdwatching che, quindi, viene frequentato soprattutto da chi ama suddetta attività. Tuttavia qui ci sono anche tantissimi animali come la volpe e la faina, il riccio e il tasso. Anche qui si trovano diversi paesaggi di mare: spiagge e dune basse, ma anche costa rocciosa, seppur non altissima. Risalendo in direzione nord, sul versante ionico si trova il Parco Isola di Sant’Andrea-Litorale di Punta Pizzo. Questo parco è nato nel 2006 e si estende da Punta Pizzo sino alla piccola isola di Sant’Andrea, che è davvero piccola, ma che ha la peculiarità che durante l’inverno rimane coperta d’acqua. Nel parco, oltre a pinete, dune e quant’altro, si trova anche un antico casolare che ospita la Guardia di Finanza di Gallipoli. Qui si riversano moltissimi turisti durante l’estate, ma il rispetto di specie protette come il ginepro coccolone e i gigli di mare è una priorità. Salendo ancora più su si trova il noto Parco di Portoselvaggio, che si estende per 1500 ettari ed è lungo 7 km. Questo parco ingloba la baia di Portoselvaggio (maggiori info qui) con le sue tante pinete e i boschi di eucalipto e cipressi. Qui si respira aria pulita e si gode di un panorama a dir poco straordinario: l’ideale per andare al mare e godersi il sole immersi nella natura. Ricordiamo anche l’area marina protetta di Porto Cesareo, atta a tutelare in particolare le dune e la loro vegetazione.

Dopo questo excursus di parchi naturali del Salento, vogliamo approfondire il discorso su due oasi protette. La prima è l’oasi protetta degli Alimini che comprende due piccoli laghi, Alimini Grande e Piccolo, nei pressi di Otranto (vedi qui). La peculiarità di questi due laghetti è che il primo e più grande viene alimentato dal mare, mentre il secondo è un lago di acqua dolce, senza sbocco sul mare, ma alimentato da sorgenti. Nella zona ci sono anche piante mediterranee di immenso valore e mammiferi da tutelare, come scoiattoli, conigli selvatici, ghiri e quant’altro. Questa zona non è un parco vero e proprio, ma in ogni caso è una zona di protezione speciale.

Discorso ancora diverso per l’oasi WWF delle Cesine. Come si intuisce, quest’oasi, che si trova nel comune di Vernole e si affaccia sul litorale adriatico del Salento, è gestito dal WWF e, ad oggi, è la zona umida più importante del Salento poiché ospita diverse specie di uccelli migratori e un ricco bosco oltre alla macchia mediterranea. L’importanza della zona venne capita già alla fine degli anni 70, dato che divenne nel 1977 zona di importanza internazionale e, l’anno successivo, oasi di protezione. Bisogna attendere il 1980 per avere la denominazione di riserva naturale destinata al ripopolamento animale. L’oasi delle Cesine si estende per circa 6 km, che comprendono due stagni, il mare e una grande duna. Qui si organizzano diverse attività, tra cui quella di birdwatching che attira esperti, curiosi e scolaresche che possono visitare l’oasi tutti i giorni.

Da queste informazioni si deduce come il connubio salento e natura e sia un altro punto di forza del territorio; una fnte di richiamo importante per tutisti e visitatori che sempre più numerosi decidono di raggiungere questa terra.

Ringraziamo per la concessione delle foto NelSalento.com, portale turistico dedicato al salento.

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