Il Salento e le sue grotte

Il Salento (clicca qui), costituito da 97 comuni della Provincia di Lecce,  si trova nell’Italia meridionale e occupa quella parte di territorio che per la forma a stivale della penisola italiana viene definito “il tacco dello stivale”.  La sua posizione centrale nel continente europeo e la sua vicinanza alle società civilizzate più rilevanti della storia, lo hanno reso un punto nevralgico delle comunicazioni. Questo ha avuto come conseguenza tantissimi influssi culturali di cui ancora oggi ci sono ampie testimonianze nel territorio.

É un pezzo di terra posta tra due mari, il Mar Ionio ed il Mar Mediterraneo. Coste alte e rocciose formate da falesie calcaree si alternano a coste basse con rocce degradanti verso il mare e con calette che nascondono piccoli paradisi di sabbia finissima. Sul litorale ionico sono presenti sopratutto coste ampie e sabbiose, le cui acque sono caratterizzate a questa latitudine da una trasparenza e da cromatismi rari. Sul versante adriatico si possono invece ammirare spettacolari scogliere a picco sul mare e numerose grotte e cavità naturali che si sono formate nel coso dei secoli grazie all’azione erosiva dell’acqua e del mare, soprattutto nel tratto costiero che congiunge Otranto a Santa Maria di Leuca.

 Per la sua particolare posizione le civiltà classiche gli dettero il nome di Messapia, che significa appunto Terra fra due mari. I messapi furono il primo esempio di società civile organizzata ad insediarsi in queste zone.

Dopo i messapi questa terra venne conquistata dai romani, a cui seguirono brevi incursioni di numerose popolazioni barbariche come i Longobardi, Saraceni, Ungari e Slavi. Dopo ci furono influssi e presenze bizantine, greche, normanne, sveve e infine spagnole.

Le prime testimonianze della presenza umana nel Salento si trovano nelle numerose grotte, situate in larga parte lungo la costa compresa tra Punta Palacìa (Otranto) e Santa Maria di Leuca. Esse costituiscono una serie di tappe all’interno di un itinerario alla scoperta delle bellezze naturali di questa terra.

Il nostro itinerario alla scoperta di queste bellissime cavità naturali si svilupperà lungo la costa che si affaccia sul Mar Adriatico, sicuramente il versante  più ricco di grotte, partendo da Porto Badisco dove incontriamo:  le Grotte dei Cervi e la Grotta dei Diavoli.

Porto Badisco si trova a pochi chilometri da Otranto. Qui nel 1970 furono scoperte una serie di grotte collegate tra loro. Queste sono particolarmente interessanti in virtù dei numerosi pittogrammi risalenti al neolitico e raffiguranti cacciatori e prede, motivi geometrici e figure a sfondo sessuale. Il nome Grotte dei cervi deriva dalle molteplici raffigurazioni di questi animali.

La Grotta dei Diavoli è invece famosa per le rarissime forme di fauna che sono raffigurate sulle pareti.

Sempre sul versante Adriatico, nei pressi di Santa Cesarea Terme, sorgono: le grotte Gattula, Bagno Maria, Solfurea e Fetida, tutte ricche ricche di acque sulfuree.  Grazie a questa caratteristica la città è diventata un rinomato centro termale utilizzato per la cura di numerose malattie.

Scendendo lungo il litorale e raggiungendo Castro, un’antica cittadina famosa per il suo centro storico, troviamo le grotte Romanelli, Zinzulusa e l’Abisso. Al loro interno sono stati ritrovati numerosi reperti risalenti al paleolitico e resti di animali preistorici quali ippopotami e elefanti.

Tra le tre, la Grotta Zinzulusa è senz’altro quella che merita particolare attenzione, poiché è considerata una delle più belle del Salento grazie alle numerose stalattiti che pendono dal soffitto della cavità e che offrono uno spettacolo di indubbia bellezza.
L’Abisso, una grotta naturale con un bacino d’acqua sul fondo è invece importante per le numerose forme di vita esistenti in questo habitat.

Spostandoci ancora più a sud, in prossimità del Capo di Leuca, spiccano:  la grotta Verde a Marina di Andrano, e  la grotta Matrona a Marina Serra.  La prima è famosa per la sua grandezza e per le innumerevoli tonalità di verde che vi si possono ammirare. La seconda è purtroppo accessibile solo dal mare e si presenta come un luogo misterioso e incontaminato.

Giunti al Capo di Leuca il numero delle grotte sale vertiginosamente! Impossibile elencarle tutte! Ricorderemo pertanto solo le più importanti:

La Grotta Porcinara, accessibile anche da terra, è stata in parte scavata dall’uomo che inizialmente la utilizzò come luogo di culto. Qui gli studiosi hanno ritrovato frammenti dell’Età del Bronzo e le sue pareti sono ricche di iscrizioni in greco e latino.
Vicino alla Grotta Porcinara, sempre a Punta Ristola, c’è la Grotta del Diavolo. Utilizzata dall’uomo fin da tempi antichissimi, la grotta conteneva reperti di grande importanza storica e archeologica.

Dopo Punta Ristola, c’è la Grotta Tre Porte, così chiamata per le tre grandi aperture sul mare. All’interno si trova l’Antro del Bambino, così chiamato per il ritrovamento di un frammento osseo di Uomo di Neanderthal di circa 10 anni.

Vicinissima alla Grotta Tre Porte si trova la Grotta dei Giganti di grande importanza archeologica per il ritrovamento di una sepoltura del X secolo.

Citare tutte le grotte del Salento che meritano una visita è quasi impossibile. Ma aver visitato almeno tutte le grotte finora descritte,  significa aver avuto modo di apprezzare una bella porzione di bellezza! Del resto, il Salento forse secondo solo al Gargano, è una delle mete più frequentate in Puglia, proprio in virtù delle sue bellezze naturalistiche. E a proprosito di bellezze naturalistiche, non dimentichiamo che questa terra è ricca anche di itinerari naturalistici tra i più interessanti della penisola, in quanto le terre del Salento sono ricche di parchi, aree protette, riserve e oasi naturalistiche, che ospitano specie faunistiche e floristiche piuttosto rare se non addirittura in via di estinzione.

Tra gli animali più singolari che si possono intravedere nella zona ricordiamo il Colubro Leopardino, il Geco di Kotschy, la Tartaruga Marina Comune, il Gabbiano Corso, oltre a numerose altre specie non stanziali ma di passaggio durante le migrazioni. La vegetazione offre invece un’offerta più ampia e variegata che annovera oltre alle più importanti specie della macchia mediterranea, alcune specie più rare sopratutto nelle aree umide e paludose. Simbolo della zona sono: il Leccio, la Quercia Vallonea, la Quercia Spinosa e naturalmente, l’ulivo, la coltura più diffusa con milioni di esemplari sparsi in tutto il territorio, alcuni dei quali molto vecchi e risalenti fino a 400-500 anni fa.

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