Il trekking è una delle attività che stanno prendendo sempre più piede, dato che permette di fare del moto e, allo stesso tempo, di scoprire ed esplorare dei posti solitamente molto belli e successivi. Ecco spiegato il motivo per il quale tutti coloro che sono appassionati di escursionismo e desiderano passare le loro vacanze in Salento saranno contenti di scoprire questo itinerario alla scoperta del Parco Otranto-Santa Maria di Leuca. Si tratta, senza dubbio, di uno tra gli itinerari più belli del Salento. Del resto, qui si potranno scoprire la natura e i suoi rumori, gli odori, la bellezza di questa terra e di tutto quello che la caratterizza e questa non è una cosa da poco per tutti coloro che amano questo tipo di attività e di vacanze. (Nel tratto costiero che giunge fino a Leuca si potranno apprezzare anche spiagge meravigliose come Torre Vado e la splendida marina di Pescoluse).
Il parco in questione è una miniera di occasioni per chi è alla ricerca di nuovi sentieri da scoprire: qui ce ne sono per tutti i gusti e ciascun sentiero è unico nel suo genere, perché porta alla scoperta di un paesaggio tipico caratterizzato da fauna e flora tipiche. Entrando nel dettaglio, è bene sapere che, all’interno del territorio del parco, si trovano circa 25 diversi sentieri che lo attraversano in lungo e in largo e che ne permettono la scoperta. Volendo iniziare una sorta di percorso ideale per visitare a piedi il territorio del Parco Otranto – Santa Maria di Leuca si può incominciare dalla zona più a est, che coincide anche con la zona più orientale dell’Italia tutta: stiamo parlando della zona di Punta Palascia, dove si trovo l’omonimo sentiero Orte – Palascia. Si tratta di un sentiero lungo circa 7 km, che si trova sul territorio di Otranto e che si sviluppa su quello che viene definito fondo naturale, trattandosi di terre rosse con roccia affiorante. Altra peculiarità di questo sentiero è la presenza della macchia mediterranea che, in questo preciso punto, è bassa. Ci si può trovare a osservare diverse specie molto rare e preziose come, ad esempio, i cisti, il timo arbustivo e, ancora, il Vincetossico adriatico e così via. Prendendo la direzione sud, poi, si arriva a Punta Palascia che, come detto, è il punto più a est del Salento (e non solo) e si contraddistingue per il meraviglioso paesaggio del quale si può godere. Qui si trova anche il famosissimo faro di Otranto, che ne è un simbolo e che ospita sia un museo sia l’Osservatorio su Ecologia e Salute degli Ecostistemi Mediterranei. Giunti in zona ci si potrà imbattere in diversi esemplari di rapaci diurni che la fanno da padrone e questo rende l’esperienza ancora più interessante. Quando si decide di risalire, dirigendosi verso l’Orte, ci si trova dinanzi a uno spettacolo naturale di una bellezza inaudita. Si sta parlando delle cave di Bauxite che si trovano in zona e che sono, senza dubbio, una delle cose più belle che il Salento possa regalare. Si tratta di un enorme cratere, che un tempo era una cava di Bauxite, che si è riempito di acqua verde smeraldo: il contrasto tra questo colore e il rosso della terra della cava è uno spettacolo che non si dimentica.
Spostandosi sul territorio del comune di Santa Cesarea Terme, facente sempre parte del parco in questione, ci si ritrova a percorrere il sentiero della Masseria San Giovanni, caratterizzato, per lo più, da strada sterrata con rocce affioranti. Anche in questo caso, si trova sia la vegetazione tipica della macchia mediterranea, che caratterizza tutta la zona, che Lecci e Querce Spinose. Molto belli sono anche i tanti muretti a secco e le cosiddette pajare che si possono scoprire in zona. Anche il sentiero Parco della Pineta è molto interessante, dato che qui si trova una sorta di pseudosteppa che rende il posto unico nel suo genere: mirto, lentisco, poa bulbosa e molto altro ancora. Camminando ancora, ci si ritrova sul sentiero Grotta Carlo Cosma, famoso per il suo essere estremamente variopinto, grazie alla presenza di orchidee. Tuttavia, l’elemento che caratterizza questo sentiero, che è tra i più belli, è la presenza della Grotta Carlo Cosma che è di origine preistorica ed è una importantissima testimonianza archeologica, dato che qui si trovano delle pitture rupestri molto importanti. Continuando il proprio percorso, si trovano altri due sentieri che vale la pena di raggiungere: il sentiero Località Scute e il sentiero Terre Rosse. Si tratta di due sentieri vicini e molto interessanti dal punto di vista sia morfologico che del paesaggio. Qui, infatti, si trovano le specie più rare e a rischio estinzione e, per questo, chi è appassionato di queste cose non può perdere l’occasione di visitarlo e di scoprire queste meraviglie che bisogna tutelare tra cui, ad esempio, Campanula versicolor, Scrophularia lucida, Umbilicus chloranthus, Asyneuma limonifolia, Dyanthus japigicus.
Spostandosi nel comune di Castro, si trova il sentiero del Castello Aragonese – Parco delle Querce, altra bellezza imperdibile per chi ama sia la storia e l’architettura, ma anche quelle che sono le bellezze naturalistiche. In zona si potrà osservare non solo il castello, ma anche un’area boschiva grande più o meno 5 ettari e che custodisce al suo interno diverse specie molto importanti. Al centro del parco, inoltre, si trova un grande canalone che raccoglie le acque piovane e che conduce alla grotta del Sentiero della Palombara, anch’esso tutto da scoprire. Segnaliamo anche il sentiero Belvedere, che si trova sul territorio di Diso, e che è caratterizzato dalla presenza di tanti alberi di ulivo e pini e di un costone roccioso che rende lo spettacolo mozzafiato, dato che il tutto è costeggiato da un mare cristallino di una bellezza mozzafiato. Altri sentieri in zona sono il sentiero di Torre Lupo, sempre a Diso, il sentiero dell’Acquaviva e il sentiero Capolugo Tuttosse che si trova, invece, ad Andrano. Qui sono da visitare anche il sentiero via Vecchia Mare, il sentiero Campomarino, il Tratturo la Chianca e questo è solo per fare qualche nome.
Scendendo verso Tricase se ne incontrano molti altri come il sentiero Torre del Sasso, il Sentiero Contrada Rurale ecc. Un vero e proprio paradiso per gli amanti del trekking, che troveranno in Salento il pane per i loro denti.
E sempre a proposito di trekking, non va dimenticata la zona di Gallipoli, in particolare il percorso che parte dalla foce Canale Samari e si prolunga per 10 km in direzione Gallipoli.
La foce Canale Samari è un corso d’acqua apparentemente esile soprattutto nei mesi estivi ma che in virtù dei suoi 7 km di sviluppo rappresenta il più importante corso d’acqua della costa ionica orientale del Salento. Da questa zona palustre circondata da canneti, l’itinerario prosegue lungo la costa prima bassa e sabbiosa e poi rocciosa e ricca di scogliere interrotte da calette sabbiose e dune a tratti imponenti. All’altezza di Punta della Suina si attraversa il bosco costituito prevalentemente da pini d’aleppo a cui si affiancano alberi ad alto fusto quali il pino marittimo, l’eucalipto e l’acacia. Nell’ultimo tratto la pineta degrada lasciando spazio a piccole dune ricoperte da macchia mediterranea caratterizzata da esemplari di ginepro coccolone e ginepro fenicio.
Seguendo il margine interno della pineta e si giunge a Lido Pizzo, attraverso un percorso scandito dall’eterogeneità della vegetazione che va dalla zona palustre alla macchia, dai campi coltivati ai vecchi ulivi. La zona palustre è una vera e propria riserva per uccelli con ben 177 specie differenti. Giunti a Lido Pizzo e superata la concessione balneare si intraprende un sentiero lungo il mare che conduce a Torre del Pizzo, una torre circolare cinquecentesca che si staglia sulla baia di Gallipoli, dominandola. Da qui si prosegue sullo stesso sentiero per doppiare la punta e si rientra poi verso l’interno. Si attraversa la strada asfaltata che conduce alla masseria del Pizzo e successivamente si segue la strada sterrata e quindi la carrareccia che costeggia una singolare collinetta, fino a giungere alla baia di Gallipoli attraverso un piccolo tratto di strada provinciale.
Poco distante dal percorso si può ammirare la masseria Itri, una delle più belle della zona e la torre fortificata risalente al XVI secolo e circondata da un ampio recinto con capanne ad archi per gli ovini. L’ultimo tratto del percorso conduce alla masseria Li Foggi e l’omonima pineta, attraverso la quale si giunge alla storica chiesetta sconsacrata di San Pietro dei Samari, splendido esempio di architettura normanna.
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